Storia della fondazione

Year
2019
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Overview
La Fondazione è legata al nome di Tito Balestra, poeta tra i maggiori del Novecento italiano. La collezione di Tito Balestra raccoglie 2.300 opere d'arte del Novecento italiano, a parte qualche eccezione, con una prevalenza di dipinti e opere grafiche di Mino Maccari (1903), quasi un primo organico museo dell'artista toscano che copre gli anni di attività dal 1920 al 1976. La raccolta è senza dubbio una delle più ricche di tutta la regione Emilia-Romagna nel settore dell'arte contemporanea e rappresenta un grande spaccato di cultura visiva del secolo scorso. Una peculiarità della collezione è quella di essere nata grazie ai numerosi rapporti di scambio, di amicizia e di interessi culturali fra Tito Balestra e il mondo artistico del secondo dopoguerra. Tito Balestra era un collezionista non comune, con una sensibilità rara; passava ore, giorni a selezionare l'opera o l'oggetto che più lo interessava, senza in apparenza lasciare trapelare nulla, poi, con una abilità straordinaria e una lucida determinazione, riusciva quasi sempre ad ottenere quello che aveva mirato. Refrattario al mercato e alle mode, attraverso il suo collezionare ha integrato visivamente la sua poetica, ha lasciato non solo una testimonianza di quel mondo e delle sue amicizie, ma una traccia profonda del suo percorso di uomo e di poeta. Nella collezione non ci sono stonature o sbavature, ovunque troviamo corrispondenze coerenti a quanto detto. Dopo la morte di Tito nel 1976, accogliendo il suo desiderio che la collezione non fosse smembrata, il fratelli Romano, Giorgio, Piero e Laura ed alcuni amici, fra i quali, Giuseppe Appella, Enzo Dalla Chiesa, Mino Maccari, Gino Montesanto, Amelio Roccamonte, Vanni Scheiwiller, contribuirono affinché Anna Maria De Agazio, moglie di Tito, fosse rassicurata sul fatto che un progetto per mantenere unita la collezione ed eventualmente renderla pubblica era possibile. Nel giugno del 1982, ad opera della famiglia, fu inaugurata la costituenda Fondazione Tito Balestra a Longiano, in una moderna costruzione, in Via Giovanni XXIII. Primo atto della futura Fondazione fu il riordino e la sistemazione della collezione a cura di Giuseppe Appella, il quale inoltre curò il primo catalogo de La Collezione Balestra, con una selezione di artisti e di opere presenti in collezione. Nel 1986 Anna Maria De Agazio donò la collezione, in accordo con la famiglia di Tito, affinché fosse finalmente costituita la fondazione dedicata al marito, ad opera dell'amministrazione comunale di Longiano, grazie alla sensibilità e all'impegno dell'allora sindaco Giuseppe Canali. Nel 1989 la Fondazione Tito Balestra ottenne il riconoscimento giuridico dal Presidente della repubblica. Nello stesso anno, trasferito il municipio e terminati i lavori di restauro, la collezione fu collocata nell'attuale sede, all'interno del Castello Malatestiano.