Il trullo
I trulli
Nel nostro territorio sono presenti esempi di architettura rurale in pietra calcarea lavorata a secco. I trulli appartengono alla tipologia delle unità abitative monocellulari dotate di sviluppo verticale tramite copertura autoportante. Il materiale impiegato è prevalentemente calcare locale, ricavato tramite spietramento dei terreni agricoli. Le pietre vengono selezionate per densità, forma e resistenza alla compressione, così da adattarsi ai differenti strati della struttura.
La messa in opera avviene con la tecnica della muratura a secco, che prevede l’assenza di malte leganti. La stabilità deriva dall’incastro e dall’attrito tra i blocchi. Le pareti perimetrali sono composte da due paramenti: uno interno più regolare e uno esterno più grossolano, con riempimento di pietrame minuto. L’elevazione a secco crea una muratura elastica, capace di assorbire micro-movimenti del terreno. Questa tecnica, condivisa con altre tradizioni europee di costruzione in pietra, definisce un linguaggio architettonico transnazionale.
L’elemento distintivo è la copertura conica, realizzata con un sistema di anelli concentrici che si restringono gradualmente fino alla chiusura apicale. La cupola funziona come volta ad anelli orizzontali, caratterizzata da spinta anulare costante e assenza di una centina lignea. La geometria conica garantisce una distribuzione omogenea delle sollecitazioni, trasferite alle murature verticali attraverso spinte controllate. L’efficacia del sistema risiede nella riduzione del peso verso l’alto e nell’incastro progressivo dei conci.
La superficie esterna è rivestita da chiancarelle, lastre calcaree sottili disposte con inclinazione tale da favorire lo scolo dell’acqua piovana. Le chiancarelle vengono posate a secco, con sormonto millimetrico, creando una stratificazione impermeabile che sfrutta gravità, aderenza superficiale e attrito. La tecnica richiede una calibratura precisa dello spessore, poiché un’eccessiva pesantezza comprometterebbe la stabilità della cupola, mentre uno strato troppo sottile ridurrebbe la protezione dagli agenti atmosferici.
Gli ambienti interni presentano nicchie ricavate nello spessore murario e piccole aperture calibrate per massimizzare l’illuminazione naturale senza generare dispersioni termiche. La massa delle murature garantisce un microclima stabile: inerzia termica, umidità controllata e ventilazione minima. L’assenza di strutture lignee testimonia un’economia edilizia basata quasi esclusivamente sulla pietra, sfruttata per esigenze abitative, agricole e di deposito.
I trulli sono parte di un sistema più ampio che comprende terrazzamenti, cisterne ipogee e muretti a secco. Questi ultimi hanno funzione di delimitazione fondiaria ma anche di drenaggio e contenimento del terreno. L’intero paesaggio è modellato da operazioni di spietramento sistematico, che trasformavano un ostacolo agricolo in una risorsa edilizia. Questo approccio circolare rappresenta un esempio precoce di sostenibilità costruttiva.
Le principali criticità strutturali riguardano cedimenti locali delle murature, perdita di planarità dei paramenti esterni, degrado delle chiancarelle e infiltrazioni. Gli interventi di conservazione devono rispettare la logica costruttiva originaria: reintegro delle pietre con materiali analoghi, ricomposizione degli strati secondo la tessitura storica, interventi puntuali senza l’uso di cementi moderni che comprometterebbero la traspirazione del sistema.
I trulli rappresentano un esempio di architettura vernacolare caratterizzata da soluzioni tecniche sviluppate localmente ma riconducibili a tradizioni europee della pietra a secco. Il loro valore risiede nella coesistenza tra ingegnosità costruttiva, adattamento ambientale e memoria collettiva. Documentarli significa contribuire alla salvaguardia di un patrimonio che testimonia l’evoluzione delle tecniche edilizie, la relazione tra abitanti e territorio e la diffusione di saperi costruttivi condivisi nello spazio europeo.
Dry-stone rural architecture in the area includes trulli, single-cell dwellings built in local limestone. Their walls are assembled without mortar, relying on the careful selection of stones—chosen for density, shape, and compressive strength—and on the interlocking of two wall layers with a rubble core. This technique creates an elastic structure capable of absorbing minor ground movements and links the trulli to wider European dry-stone traditions.
Their defining feature is the conical roof, built with progressively narrowing concentric rings that form a self-supporting dome without wooden centering. The geometry ensures an even distribution of thrusts toward the perimeter walls, reducing weight upward and stabilizing the system through tightly fitted blocks. Externally, thin limestone slabs (chiancarelle) are laid dry with slight overlaps to channel rainwater, forming a lightweight yet weather-resistant covering.
Interiors include niches and small openings designed for natural lighting and thermal efficiency. The thick masonry provides stable indoor conditions with minimal ventilation and no timber elements, reflecting a stone-based rural economy. Trulli integrate with terraces, underground cisterns, and dry-stone walls created through systematic field clearing, an early example of circular resource use.
Conservation issues concern localized settlement, surface deformation, degradation of the slabs, and water infiltration. Restoration must follow historical techniques, using matching stone and avoiding modern cement.