Storia di un quartiere ritrovato: la Badia e il Palazzo Beneventano di Lentini.

Country
Italy
Year
2020
Storyteller
Giorgio Franco
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Overview

La cultura prende il posto della nobiltà: a Lentini un quartiere diventa un parco d'arte. "Badia Lost & Found" è un team di giovani studenti e professionisti che, mettendosi in rete, ha trasformato un quartiere abbandonato in un polo culturale e artistico. Restaurato in parte, abbandonato con i lavori lasciati a metà e infine preso di mira dai vandali. Sembrava una storia senza lieto fine quella che ha per protagonista il Palazzo Beneventano di Lentini, un palazzo nobiliare del centro storico di Lentini e residenza storica di una delle famiglie più ricche della Sicilia da cui prende il nome. Eppure a volte il lieto fine arriva. E il merito, in questo caso, è solo dei cittadini che hanno deciso di fare rete e di organizzarsi per salvare il palazzo e l'intero quartiere siracusano di Badia. Volontari, studenti e professionisti infatti hanno iniziato a interrogarsi su come riportare in vita questo prezioso bene culturale per riuscire a valorizzarlo come merita. Nasce così "Badia Lost & Found": un’azione partita dal basso promossa dalla sezione locale dell’associazione "Italia Nostra" che ha lo scopo di rendere il bene accessibile a tutti, fermando il suo degrado sociale e materiale. A raccontare la storia della rinascita di Palazzo Beneventano è Giorgio Franco, responsabile (pro tempore) del palazzo e presidente della sezione locale di Italia Nostra onlus: «Il progetto di rigenerazione del palazzo disegnato da Carlo Sada, architetto progettista anche del teatro Bellini di Catania, è iniziato nel 2016 grazie all’iniziativa di un gruppo di studenti e professionisti – spiega -. Il palazzo, di proprietà del Comune di Lentini è stato in parte restaurato grazie a fondi europei nel 2007 ma, come spesso succede in Italia, i lavori si sono interrotti e nel 2011 la struttura è stata abbandonata al degrado e mai consegnata ai suoi cittadini». Oggi invece Palazzo Beneventano è diventato un polo culturale dalla forte attrazione turistica e artistica. Qui si svolgono convegni, giornate di studio, visite guidate e laboratori di cittadinanza attiva. I suoi locali ospitano residenze per artisti, mostre e iniziative, tutte autofinanziate grazie alle donazioni libere dei cittadini. Insomma, il palazzo di Badia - quartiere che prende il nome da un’antica abbazia del XII secolo di Lentini – è un esempio virtuoso di rigenerazione urbana. Un progetto di rinascita di un intero quartiere che ha preso il via a partire dal salvataggio di un bene culturale che conserva ancora oggi importanti resti di età greco-romana e medievali. Un’azione di tutela che ha permesso di contrastare anche di uno dei problemi più frequenti dei centri storici dei piccoli borghi siciliani: ossia lo spopolamento da parte dei giovani e l’impoverimento culturale. Giovani professionisti e studenti sono stati proprio i principali motori di questa azione di recupero e rinascita. Dalla necessità di voler creare uno spazio che potesse essere fruibile a tutti, i ragazzi sono riusciti a coinvolgere positivamente i residenti, trasformando un quartiere dimenticato in un parco d’arte contemporaneo. Un polo culturale che si muove in perfetta sintonia con lo spirito della Convenzione di Faro (la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società). Da questa azione di inclusione sociale nasce parallelamente “Badia Lost & Found”, un team di professionisti che, oltre ad essere iscritti a Italia Nostra, dà vita ad una squadra di lavoro attorno ai temi della Rigenerazione Urbana e dell'Innovazione Sociale. Nel 2018 il progetto è stato selezionato alla finale del Bando "Culturability" tra i migliori 15 progetti d’Italia su 351 partecipanti, ha partecipato a numerosi bandi tra cui il "Creative Living Lab" del Mibact. Nel 2019 il Mibact e la Fondazione Fitzcarraldo hanno seguito il collettivo "Badia Lost & Found" per ricevere il riconoscimento del lavoro svolto circa la gestione del sito.

Non posso raccontare i fatti del quartiere "Badia" di Lentini senza prima raccontare l'iter che vede me ed un gruppo di dodici cittadini studenti, professionisti e pensionati, bonificare il Palazzo Beneventano, sito all'interno del suddetto quartiere. Tutto inizia il 20 aprile del 2016, giorno di consegna delle chiavi che permisero l'accesso ad una dimora di oltre 8000 mq. Il 7 maggio 2016, a pochi giorni dalla consegna delle chiavi, dopo un'intensa operazione di bonifica dei locali, progettazione logistica ed allestimento degli spazi, in presenza delle autorità civili e religiose, inauguriamo Palazzo Beneventano, una dimora storica per tre lunghi decenni chiusa: prima (dal 1976 al 2000) a seguito dell'esproprio - lasciata all'abbandono, quindi deposito dei mezzi per la nettezza urbana, canile comunale, abitazione abusiva di cittadini sfollati e infine "palestra per vandali"; poi, con l'arrivo di alcuni finanziamenti per il recupero strutturale (dal 2000 al 2011) cantiere, lasciato in abbandono dopo che la ditta appaltatrice avesse dichiarato fallimento. Così arriviamo noi, il momento storico che vede il nostro impegno intento a restituire e riattivare una dimora storica a lungo negata, sconosciuta ai più oltre al prospetto ottocentesco con i due portoni di via S.Francesco d'Assisi. Da oltre 44 mesi, avendo restituito la dimora ai cittadini residenti e viaggiatori, sono state svolte numerose attività, di queste: 50000 visitatori; 800 laboratori didattici, co-creazione di modelli 3d ed audioguide per non vedenti; abbattimento parziale di barriere architettoniche, 8 tesi di laurea, meseografia degli spazi , virtual tour, oltre 200 mostre multidisciplinari, 360 concerti e 2 night experience, 2 progetti nazionali (Culturability 5 - classificandoci tra i 15 finalisti e il Creative Living Lab), lancio del logo e dell'identità visiva del palazzo, ripristino dell'antico centro studi e ristrutturazione del bookstore. Restituire il Palazzo, le antiche sale e la corte agli abitanti ha significato porre in essere operazioni di legami con il territorio e le sue risorse, per ritrovare nel contesto le ragioni di un recupero e di un innovazione che per noi, in fase iniziale come in quella attuale, è rappresentata dai flussi e dai linguaggi dell'arte contemporanea. Il monumento è divenuto fruibile solo dopo una concessione trimestrale; al cambio dell'amministrazione locale, la neo insediata giunta comunale ha avviato un tacito consenso, con la promessa che prima o poi si sarebbe trovata una soluzione definitiva per confermare in maniera legittima la nostra gestione. Da quel giorno sono trascorsi 47 mesi, sono stati raggiunti tutti i risultati sopra citati e sono state perse allo stesso tempo tante occasioni, come la vittoria del bando Culturability, sconfitta avvenuta a seguito del mancato affidamento. Oggi, forti del consenso dei cittadini e quindi dell'opinione pubblica ma anche dell'affiancamento di grandi fondazioni come la Fitzcarraldo, stiamo per siglare un partenariato speciale pubblico-privato con l'Amministrazione Comunale di Lentini, per sviluppare e ampliare l'offerta culturale di uno dei Luoghi del Contemporaneo più frequentati dell'isola siciliana.

European Dimension

La nostra organizzazione è in linea con i valori espressi dal Consiglio d'Europa in materia di diritti umani, democrazia e stato di diritto: tant'è che si ispira anche ai principi della Convenzione di Faro che, dal 2005, ha innescato una profonda rivisitazione del concetto di Patrimonio Culturale,non più da intendere come un insieme di oggetti e beni, che siano essi materiali o immateriali, ma come una rete articolata di relazioni fra comunità e patrimonio culturale, che mette in evidenza il legame tra patrimonio, diritti umani, democrazia e che incoraggia a riconoscere che gli oggetti e i luoghi non sono di per sé rilevanti, ma fondamentali per i significati e gli usi che le persone attribuiscono loro e per i valori che rappresentano.