Cattedrali nella roccia: Architetture di pace tra Oriente e Occidente nelle Gravine di Mottola

Pays
Italy
Année
2025
Mentor
Bruna Sigillo
(Istituto Alessandro Volta)
Participants
Carlotta
Francesco
Melissa
Gabriele
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Vue d'ensemble

Cattedrali nella roccia: Architetture di pace tra Oriente e Occidente nelle Gravine di Mottola

La nostra avventura alla scoperta del patrimonio europeo è iniziata con lo stupore. Durante una gita in classe, ci siamo ritrovati di fronte al paesaggio incantato di una gravina, una sorta di canyon dove, nel Medioevo, la popolazione viveva in ambienti scavati nella roccia. Incuriositi, abbiamo scoperto che anche nella provincia di Taranto esistono numerose gravine che ospitano chiese rupestri con meravigliosi affreschi. Le Grotte di Dio sono un complesso di chiese rupestri che testimoniano la preziosa civiltà rupestre sviluppatasi nelle profonde valli che caratterizzano la zona delle gravine. Sebbene anche altri paesi vicini abbiano insediamenti simili, Mottola è nota per l'alta concentrazione di chiese nelle grotte. Tra queste, le quattro cripte meglio conservate—San Nicola, San Gregorio, Sant'Angelo e Santa Margherita—sono celebrate per i loro bellissimi affreschi, la cui qualità è stata persino paragonata alla Cappella Sistina.

La nostra analisi ci ha permesso di comprendere che questi luoghi non erano semplici rifugi, ma architetture di pace nate dalla necessità e dalla fede. Tra il IX e il XIV secolo, nelle gravine trovarono asilo persone in fuga dalle invasioni saracene, inclusi monaci orientali che professavano la fede greco-ortodossa. Abbiamo imparato che la vita nella "civiltà rupestre" era ben organizzata, con ambienti scavati nella roccia calcarea che offrivano nascondigli sicuri, acqua e temperature ideali (freschi d'estate e caldi d'inverno). Le chiese scavate nella roccia divennero il cuore della comunità, e fu lì che i riti cristiani orientali e quelli latini si unirono durante le celebrazioni religiose.

Questa convivenza pacifica tra popoli e culture diverse è incisa sulle pareti dipinte, rendendo le "Grotte di Dio" un eccezionale esempio di incontro culturale europeo. La nostra esplorazione degli affreschi ha rivelato l'influenza di svariate culture che attraversavano il territorio in quegli anni: Bizantini, Normanni, Svevi e i Crociati diretti in Terra Santa.

Nella Chiesa di San Nicola, considerata la più bella, abbiamo osservato come l’arte rigida bizantina, evidente nelle raffigurazioni del Giudizio Universale o della Madonna col Bambino, si mescoli con cenni di realismo tipici della pittura occidentale. La Chiesa di San Gregorio ci ha stupito per la sua architettura, scavata con una precisione tale da imitare le chiese costruite in superficie, con archi scolpiti nella roccia viva e soffitti alti. Qui domina il grande Cristo Pantocratore, il cui sguardo fisso e solenne è un elemento tipico delle rappresentazioni orientali dell'epoca.

Abbiamo approfondito il dialogo tra Oriente e Occidente osservando i dettagli artistici. Gli elementi bizantini includono figure frontali e bidimensionali, l'uso abbondante dell'oro e dei colori simbolici (il rosso per la divinità, il blu per l'umanità). Al contrario, abbiamo identificato elementi occidentali nelle iscrizioni in latino a fianco a quelle in greco, e in alcuni dettagli di abbigliamento che richiamano la moda medievale occidentale.

La Chiesa di Santa Margherita, con cicli pittorici che narrano la vita della Santa in un linguaggio visivo semplice, era pensata per istruire i fedeli analfabeti. Infine, la Chiesa di Sant'Angelo, dedicata all'Arcangelo guerriero e protettivo, si presenta come l’unica chiesa rupestre italiana su due livelli, riflettendo la natura di "territorio di frontiera" del luogo.

Attraverso questa analisi, abbiamo compreso che le Grotte di Dio non sono semplici "caverne", ma vere e proprie cattedrali scavate nella roccia. Esse rappresentano un momento storico fondamentale in cui la fede e la resilienza umana hanno trasformato un paesaggio aspro in un luogo sacro e vivibile. La nostra esperienza ci ha trasformato in narratori consapevoli: abbiamo scoperto che nella Puglia medievale, l’Oriente e l’Occidente si sono incontrati e fusi non solo sul campo di battaglia, ma sulle pareti dipinte di una grotta. Le Grotte di Dio sono una potente testimonianza di come culture diverse possano convivere pacificamente e arricchirsi a vicenda.

Per raccontare la nostra esperienza attraverso il video, ci siamo avvalsi degli strumenti digitali appresi durante laboratori e PON di STEM. La nostra generazione inizia a confrontarsi ogni giorno con applicazioni e abbiamo provato a guidare in ogni dettaglio l'AI!