Misteriose presenze a Palazzo Sylos Calò
La scoperta di Palazzo Sylos Calò è avvenuta gradualmente prima attraverso la consultazione di materiale documentario e poi con la visita a Bitonto, durante la quale la direttrice del museo ed il personale del servizio didattico hanno svelato la storia dell’edificio e la nascita della Galleria, voluta da due collezionisti che donarono allo stato le loro raccolte d’arte, affinché tutta la cittadinanza bitontina potesse godere della bellezza di quelle opere: disegni, sculture e dipinti di provenienza meridionale, italiana ed estera, databili fra il XVI ed il XX secolo. Nasce così la Galleria Nazionale della Puglia "Girolamo e Rosaria Devanna", gestita dal Ministero della Cultura attraverso la Direzione regionale Musei. Sede prestigiosa dell’istituzione è lo storico Palazzo Sylos Calò, risalente alla prima metà del XVI secolo. L’originaria struttura edilizia, di epoca medievale, fu sottoposta ad imponenti lavori di restauro, seguiti da Giovanni Alfonso Sylos, esponente della famiglia spagnola originaria di Burgos, giunta in Puglia nel 1503. I lavori terminarono nel 1584 con la costruzione della loggia, che si affaccia sulla piazza più importante della città antica e costituisce uno scenografico coronamento dell’edificio, decorata da una successione di statue raffiguranti le virtù, collocate nelle nicchie del prospetto. La loggia ed il cortile interno sono raffinati esempi di architettura rinascimentale, di derivazione toscana e centroitaliana, nel contesto architettonico delle dimore signorili tardo rinascimentali del centro storico.
Il Palazzo e la Galleria rappresentano per la comunità un tassello importante, come centro di cultura in grado di richiamare una grande affluenza turistica italiana e straniera. Si chiarisce perciò la vocazione di questa istituzione ad essere collegamento tra la cultura artistica italiana e quella europea, rappresentata dalle opere degli artisti stranieri presenti nel museo, ma anche dall’origine spagnola della famiglia Sylos, che trasferitasi a Bitonto, volle riqualificare vecchie costruzioni medievali con il moderno linguaggio rinascimentale italiano.
Il fascino indiscutibile degli ambienti e la potenza del linguaggio visivo delle opere esposte nelle sale hanno suscitato profonde suggestioni, confluite in un racconto visivo che accosta reale e fantastico, immaginando misteriose fanciulle, abitatrici dell’antico palazzo, o curiose figure, sottratte a qualche dipinto della galleria dal tratto grafico di una giovane creativa.